INCONTINENZA URINARIA

 

DA SFORZO E DA URGENZA

 

 

 

Definizione:

La continenza urinaria è la capacità di rinviare a piacimento l’atto minzionale e di espletarlo in condizioni di convenienza igienico-sociale.

Essa è il risultato dell’integrità anatomica e funzionale delle vie urinarie inferiori.

 

Si parlerà quindi di incontinenza urina ogni volta che ci sarà una perdita involontaria di urina in tempi e luoghi non appropriati.

 

 

Cause:

In condizioni normali la continenza urinaria è affidata a 2 fattori:

  • Vescicali
  • Uretrali

Nell’uomo è garantita anche dalla prostata

 

I fattori vescicali sono rappresentati da:

  • L’integrità e l’impermeabilità delle vie urinarie (fistole)
  • La capacità vescicale
  • La compliance vescicale
  • La stabilità detrusoriale

I fattori uretrali sono rappresentati da:

  • Fattori Extrauretrali: che danno supporto esterno al collo vescicale e sono costituiti dai legamenti e dalla fascia
  • Fattori Uretrali: che sono costituiti dall’effetto isolante della mucosa, dall’attività della muscolatura liscia e dall’attività della muscolatura striata

In base al tipo di meccanismo che si viene ad alterare, si manifesterà un tipo di incontinenza urinaria differente.

Se ci sarà un deficit a dei fattori vescicali avremo come conseguenza un urgenza minzionale, associata o meno a incontinenza urinaria.

 Se ci sarà un deficit dei meccanismi uretrali propriamente detti (deficit sfinterico) o dei meccanismi extrauretrali (danno del supporto del collo dell’uretra e dell’uretra→ipermobilità uretrale) avremo come conseguenza una incontinenza da sforzo.

 

 

Classificazione:

L’incontinenza urinaria viene classificata in:

  • Incontinenza da stress o da sforzo: Quando il/la paziente presenta perdita di urina sotto sforzo fisico ad esempio durante la deambulazione, un colpo di tosse o starnuto, eccessi di riso, sollevamento di un peso, attività sportiva, atto sessuale
  • Incontinenza da urgenza: Quando il/la paziente presenta perdita involontaria di urina associata ad un forte ed improvviso stimolo minzionale
  • Incontinenza mista: Quando il/la paziente presenta una sintomatologia combinata tra incontinenza da stress e da urgenza

 

Fattori di rischio:

I fattori di rischio per l’incontinenza possono essere divisi in:

  • Fattori predisponenti allo sviluppo dell’incontinenza (età; ereditarietà; malattie neurologiche; alterazioni anatomiche)
  • Fattori di incremento, capaci di aggravare un’incontinenza urinaria minima (gravidanza, nascita di un figlio)
  • Fattori capaci di promuovere l’incontinenza (obesità; menopausa; livello di attività fisica; infezioni delle vie urinarie; bronchiti croniche; alcuni medicamenti; irritanti nella dieta alimentare)

 

Epidemiologia:

Per la conformazione anatomica delle vie urinarie, l’Incontinenza Urinaria (IU) presenta un incidenza doppia nelle donne rispetto che negli uomini.

 

La percentuale di donne affette da questa problematica va dal 9 al 70%  con una media del 20-30%, quindi più di una donna su cinque soffre di incontinenza urinaria.

 

La maggior parte degli studi dimostra che questa prevalenza aumenta con l’avanzare dell’età evidenziando tre picchi di incidenza in corrispondenza:

  • Del post parto (maggiore incidenza di incontinenza da sforzo)
  • Della menopausa (maggiore incidenza di incontinenza da sforzo)
  • Dopo i 75 anni (maggiore incidenza di incontinenza da urgenza o mista)

Il suo aumentare con l’età non esclude comunque la possibilità che questa sintomatologia si manifesti anche in giovani donne nullipare presentanti alterazioni anatomiche (es. prolasso; uretra ipermobile; deficit congenito della sintesi del collagene) o praticanti attività sportive agonistiche ad alto impatto (ovvero sport che richiedono di atterrare, correre e saltare).

Le tre tipologie di incontinenza urinaria nella donna si presentano nella seguente percentuale:

  • Incontinenza urinaria da sforzo: nel 50%
  • Incontinenza urinaria da urgenza: dall’1% al 7%
  • Incontinenza urinaria mista: dal 7% al 25%

Anche nell’uomo l’incontinenza aumenta con l’età ma le sue percentuali sono molto inferiori rispetto che nella donna per la presenza della prostata che comprimendo l’uretra facilita la continenza.

 

Le percentuali sono:

  • Tra i 50-60 anni del 2%. Si riscontra solamente per cause neurogene o iatrogene legate ad interventi di prostata
  • Oltre i 70 anni è del 7% ed è associata ad incontinenza urinaria da urgenza

 

Trattamenti per Incontinenza Urinaria da Sforzo:

I trattamenti proposti sono:

 

L’Osteopatia ha lo scopo di ridare movimento alle varie strutture del corpo (muscoli, fasce, legamenti, articolazioni) che se rigide o bloccate potranno generare delle iperpressioni addominali costanti che scaricandosi in maniera scorretta sul pavimento pelvico e sulla fascia addominale potrebbero nel tempo causare un problema di incontinenza.

 

La Fisioterapia ha lo scopo di:

  1. Andare a rinforzare la muscolatura pelvica (che avvolgendo lo sfintere uretrale ne rinforza la chiusura) e la fascia addominale
  2. Far automatizzare al paziente la contrazione di questi muscoli durante l’attività quotidiana
  3. Insegnare al paziente la corretta gestione degli sforzi in associazione ad una corretta postura e respirazione
  4. Insegnare al paziente la corretta igiene comportamentale.

 

Per poter effettuare un buon rinforzo muscolare sarà indispensabile per prima cosa far prendere coscienza al paziente della zona che dovrà rinforzare, al fine di poter farla lavorare in maniera selettiva.

 

La presa di coscienza si potrà ottenere o con l’ausilio del biofeedback o per mezzo di stimoli verbali e tattili dati dal terapista.

 

Il rinforzo successivo verrà effettuato mediante:

La terapia comportamentale consiste nell’insegnare al paziente quanto bere, come bere, quali liquidi e quali cibi sarebbe meglio non introdurre poiché irritanti (quindi in grado di stimolare l’urgenza minzionale), come gestire le minzioni (tramite l’utilizzo di un diario minzionale) e la gestione intestinale.

 

 

Quante sedute:

In linea di massima si prescrivono 10 sedute di terapia con lo scopo di rendere il paziente autonomo negli esercizi a casa.

 

Una volta finite le 10 sedute, infatti, il paziente non dovrà abbandonare questi esercizi perché:

  • Per l’automatizzazione della contrazione di questi muscoli durante l’attività quotidiana ci vuole un buon lasso di tempo
  • Trattandosi di muscolatura se non tenuta in allenamento nel tempo tenderà a perdere forza con il rischio che l’incontinenza si manifesti nuovamente.

 

Trattamenti per Incontinenza Urinaria da Urgenza:

Il trattamento d’elezione per l’Incontinenza urinaria da Urgenza è la stimolazione del nervo tibiale posteriore in associazione con gli esercizi di presa di coscienza perineale, di rinforzo muscolare e di corretta igiene comportamentale (terapia comportamentale).

 

La presa di coscienza ed il rinforzo saranno indispensabili poiché si è visto che una contrazione del pavimento pelvico (selettiva) mantenuta per almeno 8 secondi consecutivi, è in grado di inibire le contrazioni detrusoriali (3°-4° riflesso di Maoni).

 

Questo significa che se un paziente con stimolo urgente alla minzione riuscisse ad effettuare una contrazione valida del piano perineale per 8 secondi riuscirebbe ad inibire il suo stimolo impellente ad urinare e riuscirebbe ad arrivare tranquillamente al bagno senza perdere.

 

 La terapia comportamentale consiste nell’insegnare al paziente quanto bere, come bere, quali liquidi e quali cibi sarebbe meglio non introdurre poiché irritanti (quindi in grado di stimolare l’urgenza minzionale), come gestire le minzioni (tramite l’utilizzo di un diario minzionale) e la gestione intestinale.

 

 

Quante sedute:

Per quanto riguarda la riabilitazione perineale (presa di coscienza e rinforzo) si effettueranno 10 sedute una volta a settimana durante le quali verrà anche effettuata la stimolazione del nervo tibiale posteriore.

 

Poiché il protocollo della stimolazione del nervo tibiale posteriore prevede 2 sedute a settima della durata di 30 minuti ciascuna per 12 sedute, il paziente dovrà venire a studio una seconda volta a settimana per effettuare solamente la seduta di stimolazione del nervo tibiale.

 

Per quanto riguarda la stimolazione del nervo tibiale, se si saranno riscontrati dei miglioramenti nel corso delle 12 sedute, si dovranno effettuare altre 10 sedute di mantenimento dilazionate nel tempo:

  • 1 seduta a settimana (4)
  • 1 seduta ogni 2 settimane (3)
  • 1 seduta ogni 3 settimane (2)
  • 1 seduta al mese (1)